sabato 10 novembre 2018

Charity DRI Dinner per la Ricerca contro il Diabete



Diabete, una parola, una malattia spesso sottovalutata
Si pensa infatti, che sia un problema di “troppi zuccheri nel sangue”, risolvibile o controllabile semplicemente non mangiando cibi dolci. 
Ma non è così, il diabete è una patologia molto complessa, spesso difficile da gestire e purtroppo può essere anche letale.
Per questo motivo Fulvio Tirrico, ideatore del brand I Love Riccio
ha sposato una causa importantissima, la sensibilizzazione alla cura e ricerca di questa malattia, la quale è una delle prime cause di morte, pensate che ogni 6 secondi una persona muore per questa malattia.



Tutto inizia nel gennaio 2017 quando a sua figlia tredicenne, viene diagnosticato

IL DIABETE DI TIPO 1.

Da quel momento, decide che deve assolutamente contribuire facendo qualcosa di concreto per aiutare la ricerca scientifica a trovare una cura per questa malattia affinché nessun bambino si ammali mai più in futuro.


"Sulla nostra pelle, infatti, abbiamo capito quanto questa patologia sia incredibilmente sconosciuta, sottovalutata, sminuita dalla maggior parte delle persone che siano essi famigliari, amici, conoscenti, istituzioni (scuola, associazioni sportive, oratori…)"

CHE COS'È IL DIABETE DI TIPO 1

Il diabete di tipo 1 compare prevalentemente nei bambini e negli adolescenti a causa della distruzione delle cellule del pancreas responsabili della produzione di insulina – ormone essenziale per la vita. E’ una malattia autoimmune che non ha nulla a che vedere con l’alimentazione o con un cattivo stile di vita e non esiste prevenzione.


Chi ne è affetto è obbligato ad assumere insulina quotidianamente e per tutta la vita perché, purtroppo, al momento, non esiste una cura definitiva. Un bambino o un ragazzo affetto da diabete di tipo 1 arriva a fare oltre 1400 iniezioni di insulina all'anno per poter sopravvivere.

Ma questa terapia non è priva di effetti collaterali, in quanto il diabete di tipo 1 è l’unica patologia in cui al paziente è richiesto quotidianamente di decidere in autonomia le quantità da iniettarsi di un farmaco potenzialmente mortale. Il tutto si complica perché la dose corretta di insulina dipende da diversi fattori quali: ciò che si mangia, un eventuale stato di stress, una malattia in corso (anche un semplice raffreddore), il movimento fisico. Non è dunque difficile sbagliare e rischiare di avere crisi ipoglicemiche, a causa della troppa insulina iniettata, cioè un improvviso calo di zuccheri nel sangue che può portare anche alla perdita dei sensi e al coma se non si interviene in fretta e nella maniera corretta. Ecco perché chi soffre di questa patologia deve sempre portare con se il Glucagone, un farmaco salvavita che deve essere iniettato in caso di necessità.

SINTOMI DIABETE TIPO 1:

STANCHEZZA
AUMENTO DELLA SETE
AUMENTO DELLA DIURESI
PERDITA DI PESO NONOSTANTE UN AUMENTO DELL’APPETITO

E' necessario quindi fare informazione e sensibilizzazione per aiutare la ricerca a sconfiggere questa malattia

Il primo grande passo è stato organizzare una cena importante dove fare informazione, alla quale è intervenuto anche il cantante Ermal Meta, sostenitore della causa, assieme al padrone di casa che ci ha ospitato, lo chef Carlo Cracco.



Tra i partecipanti, presenti i principali esponenti del Gruppo Ospedaliero San Donato di cui fa parte lo stesso San Raffaele,  i direttori e i ricercatori del DRI, altri partner aziendali che hanno deciso, come noi, di dare un aiuto concreto alla ricerca tra cui il gruppo IBMe alcune figure istituzionali protagonisti del “mondo” che ruota attorno a questa malattia, tra cui il presidente della Fondazione Italiana Diabete, Nicola Zeni.
Anche gli interventi sono stati molto accorati e tra questi, particolarmente degno di nota è stato proprio quello di Carlo Cracco, che ha speso parole molto significative sull'importanza della ricerca e quanto sia necessario che essa venga sostenuta.
non c’è CURA SENZA RICERCA!
Volete partecipare anche voi a questa iniziativa? 













 

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